(Pier Luigi Gregori)
1. Il faticoso cammino della famiglia
Una famiglia spesso indifesa, economicamente in difficoltà ma che cerca di ritornare al risparmio, lacerata dalle separazioni e dai divorzi ma protesa al recupero di alcuni valori tradizionali.
È questa secondo gli Istituti demoscopici la fotografia sociale della famiglia italiana sottoposta ai sempre più difficili stress della crescente imposizione fiscale, delle mancate opportunità di lavoro, fra la lotta per la casa e la problematica educazione dei figli. Il quadro della situazione non è dei migliori ma prevale la volontà da parte della maggioranza delle famiglie di riscattarsi aumentando spesso la vicendevole solidarietà specialmente da parte di quelle più impegnate nella testimonianza cristiana. Pur in questo difficile periodo alcuni dati statistici indicano comunque che il 77% degli italiani dichiarano una relativa tenuta della propria vita dimostrando uno straordinario meccanismo di difesa messo in atto dalle famiglie per affrontare la crisi. I messaggi dei media sempre allarmistici e negativi in economia rimbalzano così spesso di fronte ai microcosmi delle famiglie pronte a mostrare segni di resistenza e riscatto quasi presentando degli anticorpi che possono evitare una depressione pisico-sociale e riposizionarsi per il dopo-crisi. Negli ultimi anni le famiglie italiane hanno rimodulato il loro stile di vita spesso rinunciando non solamente al superfluo ma a beni ormai ritenuti fondamentali come alcuni elettrodomestici, diversi spettacoli culturali abbonamenti editoriali. In ogni caso hanno tentato di contrastare sprechi ed eccessi scoprendo nuove forme di sobrietà. Si è ritornati ad un risparmio, seppur forzoso, sintomo di una insicurezza nel domani prossimo più che del futuro lontano. La morsa della pressione fiscale e della disoccupazione costringe spesso a rinunce e sacrifici oltre ragionevole misura a tal punto da impedire la costruzione di una educazione e un orientamento al lavoro dei giovani.
Nonostante questi dati sconfortanti e gli apparenti egoismi le famiglie credono ancora nella funzione di rete ovverosia nell’aiuto reciproco attraverso esperienze di solidarietà trasversale. Se la famiglia così come la concepiamo è oggi composta da due o tre membri le reti familiari che in concreto operano nel vissuto reale degli italiani si presentano molto più ampie e protettive a tal punto che per il 31% di essi la rete familiare include almeno 11 persone. Sono stimate in poco meno di 8 milioni le famiglie italiane che hanno ricevuto dalle rispettive reti familiari una qualche forma di aiuto nel 2013 e inizi 2014: giovani single, famiglie con figli e anziani che vivono soli bisognosi di assistenza. Insomma la durissima crisi che perdura ormai da qualche anno sembra aver rimesso il più delle volte in moto gli autentici sentimenti di solidarietà e fraternità fra le persone non solamente legate da vincoli di sangue.
2. La famiglia nel cuore della Chiesa
Le angosce, le difficoltà, le crisi ma anche le gioie, le gratificazioni, le speranze della famiglia nel mondo speculari a quella italiana sono state interpretate nella recente Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi come sintomo di sfide anche pastorali nel contesto di una urgente (ri)evangelizzazione. Come confrontarsi con situazioni familiari spesso di estrema indigenza materiale e spirituale per aiutare le famiglie a crescere nella serenità e sicurezza? In che modo superare i malesseri dell’individualismo, malattia planetaria, il materialismo e una insidiosa “cultura dello scarto”? Vescovi e laici, in particolare esperti di problemi e del vissuto familiari hanno cercato di capire, prendere coscienza ma anche indicare percorsi umanizzanti; non solamente per una rinascita del Vangelo dentro le famiglie di tutto il pianeta e fra loro ma per segnalare situazioni ‘nuove’, malesseri latenti, ruoli familiari lacerati da ricostruire. Una delle sfide è quella di una insinuante ‘privatizzazione della famiglia’ non più intesa come elemento attivo della società e cellula fondamentale di essa. Il Sinodo ha reclamato una più consistente tutela dello Stato che permetta alle famiglie di recuperare il loro ruolo di soggetti sociali nei diversi contesti: lavoro, educazione, sanità, difesa della vita. Ripartire da un nuovo incontro fra l’uomo e la donna protagonisti ‘naturali’ dell’amore coniugale e quindi del matrimonio proprio secondo la ‘legge naturale’ posta alla dimensione sponsale dei medesimi. Per molti, ha precisato il Sinodo, ‘naturale’ è sinonimo di “spontaneo” il che comporta che i diritti umani vengano intesi come l’autodeterminazione del singolo soggetto proiettato a realizzare i propri desideri spesso lontano dalla responsabilità sociale. Non si intendono giudicare situazioni di diversificazione di ‘genere’ ma recuperare il senso creazionista della natura e quindi di Dio (“li creò maschio e femmina”). Sono tante le situazioni critiche che la famiglia è inchiodata ad affrontare oggi: la debolezza della figura paterna, la frammentazione dovuta a separazioni e divorzi, le violenze e gli abusi su donne e bambini, la tratta dei minori, le droghe, l’alcolismo, la ludopatia, la dipendenza dai social network che impedisce il dialogo in famiglia e ruba il tempo libero alle relazioni interpersonali. Non mancano la disoccupazione giovanile, la carenza di abitazioni per le coppie cause di ritardo per la celebrazione dei matrimoni, le colpevoli assenze nell’educazione all’affettività.
In questo contesto in apparenza irrimediabilmente compromesso esistono dei germi di ripresa della solidarietà e della fratellanza fra chi soffre anche se l’insensibilità di chi “ha molto” e spesso troppo frena l’accoglienza del povero. Di questi semi di speranza è testimone la Chiesa in particolare quella di Roma che l’ha vista protagonista al recente Sinodo straordinario dei Vescovi sulla famiglia. “…Nonostante i tanti segnali di crisi dell’istituto familiare nei vari contesti del ‘ villaggio globale ‘ -spiega la Relazione finale del Sinodo – il desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva la Chiesa, esperta in umanità e fedele alla sua missione, ad annunciare senza sosta e con convinzione profonda ‘ il Vangelo della famiglia ‘ che le è stato affidato con la rivelazione dell’amore di Dio in Gesù Cristo.’ …Nel momento in cui tutti i credenti sono invitati a uscire da se stessi è necessario che la famiglia si riscopra come soggetto imprescindibile per l’evangelizzazione…” La famiglia è dunque ‘scuola di umanità’, precisa la Relazione sinodale, immersa comunque in un contesto di esasperato individualismo ‘che snatura i legami familiari e finisce per considerare ogni componente della famiglia come un’isola facendo prevalere in certi casi l’idea di un soggetto che si costruisce secondo i propri desideri assunti come un assoluto’.
3. Una lenta ricostruzione affettiva
Il Sinodo ricorda come la solitudine oggi sia “una delle più grandi povertà della cultura attuale, frutto dell’assenza di Dio nella vita delle persone e della fragilità delle relazioni…così anche la precarietà lavorativa vissuta come incubo e una fiscalità troppo pesante non incoraggiano i giovani al matrimonio “..
È compito dello Stato creare le condizioni legislative e di lavoro per garantire l’avvenire dei giovani a realizzare il loro progetto di fondare una famiglia. D’altronde precisa il Sinodo non sono solamente questi i problemi che compromettono il sano nascere, vivere e crescere della famiglia: dai malesseri di convivenza dei matrimoni misti con disparità di culto alle nascite di bambini fuori del matrimonio; dalle crescenti domande di separazione e divorzio alle vessazioni e violenze fra membri familiari specialmente verso le donne e i minori. “Anche le grandi metropoli soprattutto nelle periferie vedono crescere il cosiddetto fenomeno dei bambini di strada “…complici anche i vani tentativi di riorganizzare le migrazioni da altri Paesi e l’accoglienza delle persone nella piena dignità delle medesime e nel rispetto del Paese accogliente. Inoltre “…la questione della fragilità affettiva è di grande attualità – specifica la Relazione sinodale -un affettività narcisistica, instabile e mutevole che non aiuta sempre i soggetti a raggiungere una maggiore maturità. Preoccupa una certa diffusione della pornografia e della commercializzazione del corpo favorita anche da un uso distorto di internet e va denunciata – prosegue la Relazione -la situazione di quelle persone che sono obbligate a praticare la prostituzione”. L’urgenza di ricostruire il legame tra la famiglia e la fede viene ancora una volta da Papa Francesco il quale nell’enciclica Lumen Fidei ricorda che “…la fede non è un rifugio per gente senza coraggio ma la dilatazione della vita…essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all’amore…”. Da qui il Sinodo risale anche alla consolazione della Chiesa pronta a guardare alle famiglie (innumerevoli n.d.r.) che restano fedeli agli insegnamenti del Vangelo… grazie ad esse, infatti, è resa credibile la bellezza del matrimonio indissolubile e fedele per sempre. Del resto sottolineano i Padri sinodali le famiglie cattoliche come “soggetti attivi della pastorale familiare … debbono essere coinvolte proprio nel rinnovamento della formazione dei presbiteri, dei diaconi, dei catechisti e degli altri operatori pastorali”. L’urgenza è anche una evangelizzazione che denunzi con franchezza- precisa il Sinodo – i condizionamenti culturali, sociali, politici ed economici come l’eccessivo spazio dato nella società alla logica del mercato che impediscono un autentica vita familiare determinando discriminazioni, povertà, esclusioni, violenza.
Inoltre pur confermando centrale e fondamentale il matrimonio cristiano i Padri sinodali ricordano una nuova sensibilità pastorale odierna che cogli elementi positivi presenti nei matrimoni civili e fatte le debite differenze nelle convivenze considerando che “ogni famiglia umana va anzitutto ascoltata con rispetto e amore facendosi compagni di cammino come il Cristo con i discepoli sulla strada di Emmaus. “La Chiesa – specifica in proposito Papa Francesco nella Evangelii Gaudium – dovrà iniziare i suoi membri – sacerdoti, religiosi e laici -a questa ‘arte dell’accompagnamento’ perché tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro”.
4. Accompagnare la famiglia che soffre
È l’impegno rilanciato dal Sinodo ad accompagnare i separati, i divorziati, gli abbandonati accogliendo e valorizzando soprattutto la sofferenza di coloro che hanno subito ingiustamente queste dolorose situazioni anche attraverso i maltrattamenti. In particolare è indispensabile farsi carico- sottolinea il Sinodo- in maniera leale e costruttiva delle conseguenze di tali situazioni sui figli in ogni caso vittime innocenti. L’attenzione verso i divorziati risposati, poi, esigerà un particolare discernimento e un accompagnamento di grande rispetto, evitando – soggiunge la Relatio Synodi – ogni linguaggio e atteggiamento che li faccia sentire discriminati e promuovendo la loro partecipazione alla vita della comunità. Per quanto riguarda inoltre le famiglie che vivono l’esperienza di avere accanto persone con orientamento omosessuale il Sinodo fa riferimento alle Considerazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede e di quanto insegna la Chiesa da sempre: …Non esiste alcun fondamento per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Nondimeno – specifica la Congregazione – gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione’. Non mancano comunque note positive dalla Relazione finale del Sinodo: “A fronte di questo quadro sociale delineato si riscontra in molte parti del mondo nei singoli un maggiore bisogno di prendersi cura della propria persona, di conoscersi interiormente…di cercare relazioni affettive di qualità…responsabilizzanti e solidali come quelle familiari.” È questa la sfida verso una cultura del provvisorio in cui sempre più persone rinunciano al matrimonio come impegno pubblico – ci indica Papa Francesco nel recente discorso al Convegno sulla complementarietà fra uomo e donna. ‘Questa rivoluzione dei costumi e della morale – precisa il Pontefice – ha spesso sventolato la bandiera della libertà, ma in realtà ha portato devastazione spirituale e materiale a innumerevoli esseri umani specialmente ai più vulnerabili’…siamo lenti…- lamenta il Papa -anche nella nostra cultura cattolica nel riconoscere che anche i nostri ambienti sociali sono a rischio…È quindi indispensabile promuovere una nuova ecologia umana e farla andare avanti.
5. Le indicazioni di Papa Francesco
Il Santo Padre nel suo discorso finale all’Assemblea esprimendo ampia gratitudine per il lavoro svolto ha voluto menzionare accanto alle consolazioni anche un serie di tensioni e tentazioni: la tentazione dell’irrigidimento ostile ‘vale a dire il rinchiudersi dentro una norma e non lasciarsi sorprendere da Dio (dallo Spirito)’ ; la tentazione del buonismo distruttivo ‘che a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle… che tratta i sintomi e non le cause e le radici;’ la tentazione di trasformare la pietra in pane ‘per rompere un digiuno lungo, pesante e dolente… e anche di trasformare il pane in pietra e ‘scagliarla contro i peccatori i deboli e i malati’ ; la tentazione di scendere dalla croce ‘…di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio’ ; la tentazione di trascurare il “depositum fidei” ‘considerandosi non custodi ma proprietari e padroni (di esso) o dall’altra parte la tentazione di trascurare la realtà utilizzando una lingua minuziosa …per dire tante cose e non dire niente…”Queste cose – dice il Papa – non debbono scoraggiarci dal momento che nessun discepolo non essendo più grande del Maestro deve attendersi in quanto a tentazioni trattamento migliore”. ‘Ho sentito ( nel Sinodo n.d.r.) che è stato messo davanti ai propri occhi il bene della Chiesa – soggiunge Papa Francesco – …..di questa Chiesa nostra madre, la quale quando nella varietà dei suoi carismi si esprime in comunione non può sbagliare: è la bellezza e la forza del sensus fidei di quel senso soprannaturale della fede che viene donato dallo Spirito Santo….e poi c’è il compito del Papa di garantire l’unità della Chiesa e quello di ricordare ai pastori di nutrire il gregge e accogliere ,andare a trovare le pecorelle smarrite’….il suo compito è ricordare a tutti che l’autorità nella Chiesa è servizio’. ‘È importante che i giovani non si lascino coinvolgere dalla mentalità dannosa del provvisorio – esorta il Papa – e siano rivoluzionari per il coraggio di cercare un amore forte e duraturo. Andare controcorrente – precisa Francesco – …evitando di cadere nella trappola di essere qualificati con concetti ideologici. ‘La famiglia – precisa il Papa – è un fatto antropologico, un fatto sociale, di cultura. Non possiamo qualificarla con concetti di natura ideologica che hanno forza soltanto in un momento della storia e poi decadono. Non si può parlare oggi di famiglia conservatrice o famiglia progressista: la famiglia è famiglia …ha una forza in sé’.